Ti con zero

Tra poco festeggerò due anni nel mio nuovo posto di lavoro. Pensavo di cambiare mestiere, invece ne ho cambiati almeno 4 in 24 mesi.

Pensavo di dover dimostrare qualcosa, invece ho dimostrato molto.

Pensavo che dimostrare molto fosse sufficiente per ricevere se non una promozione almeno la giusta considerazione.

Pensavo, e mentre pensavo mi sono trascurata, stressata e stancata.

E fin qui ci si potrebbe anche stare…ma ho trascurato anche i miei amici e il mio amore.

Sono delusa, perché mi sono illusa.

Sono arrabbiata, perché sono stata sciocca ad illudermi.

Adesso si riparte. Con la stessa passione e voglia di fare, ma con la giusta disponibilità. Che significa una disponibilità non più totale.

Adesso si ricomincia, siamo al momento t0 di un nuovo piano cartesiano. Il Nuovo Piano Barbara…il tempo sulle ascisse, sulle ordinate tutto quello che la vita mi vorrà offrire. E che io, stavolta,  sarò pronta ad accogliere.

Su e giù

Il su e giù era uno dei miei schemi preferiti, quando giocavo a pallavolo. Un martello basso come me aveva bisogno di espedienti per fare punto diretto in attacco. I punti non mancavano, tra mani fuori e pallonetti, ma mettere palla a terra dopo una schiacciata, senza usare le mani del muro avversario era raro. Il su e giù, le rare volte che lo provavamo in partita, mi permetteva di poter attaccare in velocità senza muro, liberando  la diagonale, il mio colpo preferito. Una grande soddisfazione.

Il su e giù a cui si riferisce il titolo del post però non mi entusiasma come quelle belle giocate risalenti ai tempi in cui la palla era bianca e correva lo scorso secolo.

Sono reduce da un 2013 in altalena. Su con l’amore, il lavoro, le nuove esperienze, i nuovi contatti,  le nuove responsabilità. Giù con la forma fisica, i soldi, il morale. Soprattutto tanto, tanto giù con le separazioni. Più funerali che matrimoni, non è un buon bilancio.

Comunque non ho scuse. Manco da giugno. Manco da qui e manco a me stessa.

Al solito ho fatto una serie di buoni propositi per l’anno appena iniziato. Stavolta però, vigliaccamente, non li ho scritti da nessuna parte, in modo da non dovermi confrontare col fallimento. Qualunque motivatore da quattro soldi potrebbe dire che questo non è un atteggiamento vincente, che la certezza del fallimento conduce di per sé al fallimento. Può darsi, ma in questo momento ho bisogno di avere un atteggiamento pessimistico, così tutto quello che non succede è tanto di guadagnato.

So che si tratta di stringere i denti ancora per un po’, proverò a farlo. Niente promesse, però. Non mantenerle genererebbe una frustrazione che non sarei in grado di sopportare.